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Voglia di triangolo - 4


di bird2012
25.01.2013    |    29.388    |    6 9.6
"“Certo, amore, ma pensaci tu… è più eccitante!!!” “Con piacere, amore: apriti bene!” Luciano mi venne davanti, sempre tenendomi la gamba sollevata e..."
VOGLIA DI TRIANGOLO

Cap. 4


Poi mio marito completò l’opera: mi abbracciò da dietro e spinse il suo membro, artefice di tanti miei godimenti e anche lui al colmo dell’eccitazione, proprio in mezzo alle natiche. Lo sentii superbamente duro: piacevole dimostrazione di quanto mio marito fosse eccitato nel vedermi abbracciata a slinguarmi con un altro uomo!
Il movimento del mio bacino contro il suo membro dimostrava ampiamente il mio gradimento.
Dio che delizia! Sentirmi i loro duri membri addosso!

“Si, amori miei… abbracciatemi… voglio sentirvi… stringetemi!”

Pigiarono ancor più i loro corpi contro il mio, facendomi sentire ancora meglio i loro paletti di carne pigiati davanti e di dietro.
Incollai di nuovo la mia bocca su quella di Paolo e seguitammo a limonare oscenamente.

Dopo un po’ cominciai ad abbassarmi lentamente, strusciando il mio corpo contro quello di Paolo, fino ad inginocchiarmi davanti a lui, con il mio viso all’altezza del suo pacco.
Alzai gli occhi e fissai mio marito, in piedi vicino a noi.
Anche lui mi fissava con uno sguardo al colmo della libidine: vedeva sua moglie ai piedi del suo amico, pronta a soddisfare ogni suo desiderio!
Ero lì, davanti a lui, e non gli avrei negato nulla… perché non volevo negargli nulla!

“Guardami, Luciano, amore mio… non dimenticare mai questo momento… sto per godermi un altro uomo!”

Cominciai a strofinare il mio viso contro il pacco di Paolo: lo sentivo sempre più duro, al colmo della sua eccitazione e non potei trattenere un lungo gemito di piacere.

“Dio Santo, che bastone… già mi fa impazzire!”

Poi cominciai, con studiata lentezza, a slacciargli la cintura, a sbottonagli la patta, ad abbassargli i pantaloni.
Tutto questo senza allontanare i miei occhi da quelli di mio marito: uno sguardo indecifrabile, di cui solo noi conoscevamo il significato!

Ora davanti al mio viso c’erano solo gli slip di Paolo, che coprivano a malapena un bozzo da paura.
Ci strofinai ancora il viso, ma non potevo, né volevo più trattenermi… abbassai lentamente gli slip…

Eccolo!!!! Dio mio… che meraviglia della natura!
Un superbo cazzo mi sbattè sul viso! Un cazzo da favola!!!! Un paletto di carne!
Tirai giù dolcemente la pelle con entrambe le mani e lo scappellai lentamente sino a scoprire completamente una sensuale cappella rosso fuoco.

Guardai mio marito… mi sorrise e mi lanciò un bacio!
Dio santo: con il suo bacio e il suo sorriso il mio amore mi concedeva il suo amorevole e assoluto consenso a giocare fino in fondo con il suo amico… senza limitazioni di sorta!

Non persi più tempo: impugnai quella meraviglia della natura alla base e cominciai a strofinarmelo sul volto.
Poi cominciai a leccarlo: la bramosia di leccare, baciare, ingoiare si impossessò di me… come prima volta volevo fare un bel servizio al mio amante!

Cominciai dai coglioni!
Li leccai, riempiendoli di saliva e li misi in bocca… uno per uno!
Con la lingua li facevo roteare dentro il palato: volevo assaporarli… già me li immaginavo colmi di sborra bollente!

Poi passai all’asta!
Alternavo rapidi colpettini con la punta della lingua a lente slinguate con la lingua a spatola lungo tutta la sua lunghezza, dalle palle alla cappella.

Si! La cappella!
Eccola, bollente e dura… ci sono arrivata!
Ci sputai sopra subito un bel po’ di saliva, poi con la punta dell’indice cominciai a spalmarcela sopra e lo sentii tremare: sapevo bene quanto sia stimolante questo servizietto!
Ci sputai ancora sopra, poi me la passai tutta sopra il viso, impiastrandomi della mia stessa saliva.

Paolo mi fissava estasiato: sentivo il suo uccello vibrare ad ogni colpo di lingua.

“Dio Santo! Me lo stai leccando in maniera divina! Che adorabile porca… dai, seguita a giocarci!”

Io, intanto, cominciavo ad esternare tutto il mio piacere.

“Luciano, amore, non puoi credere: grosso… duro… una meraviglia! Vieni, vieni ad assaggiarlo anche tu! Paolo ci ha esternato la sua bisessualità, per cui penso non le dispiacerebbe gustare la tua bocca e a me ecciterebbe molto vederti farlo!! Vieni, come primo cazzo della tua vita non potresti desiderare niente di meglio!”

Mio marito mi fissava incredulo.

“Davvero vuoi?”

“Certo!!! A te non eccita vedermi con la bocca incollata sulla fica di Luisa? E a me eccita moltissimo vedere le tue labbra intorno al sesso di Paolo! Vieni, dividiamoci con amore il piacere di questo splendida verga: ti prego… vieni!”

Si inginocchiò vicino a me, gli misi la mano destra dietro la nuca attirando il suo viso verso il membro di Paolo, mentre, impugnatolo con la sinistra, glielo infilavo in bocca.

Era la prima volta che mio marito prendeva in bocca il membro di un uomo, ma appena sentì la cappella bollente del suo amico tra le labbra, lo vidi fremere di piacere: certamente era più bello di quanto avesse potuto immaginare.

“Luciano, amore, senti quanto è buono: caldo… duro! Succhialo, senti che buon sapore! Succhiagli la cappella, io penso al resto: facciamolo godere il tuo amico!”

Mentre mio marito cominciava a leccare e a sbavare sulla verga di Paolo, io ripresi a leccare le palle e tutta l’asta.
Poi ci scambiammo i ruoli, io la cappella e mio marito il resto: un pompino a due bocche in cui mettevamo tutta la libidine che avevamo dentro.
Paolo aveva preso ad accarezzarci i capelli mentre lo spompinavamo.

“Siete divini, mi fate morire! Dio… vi amo… succhiatemelo… leccatemelo… siete stupendi! Ancora, vi prego, ancora: non ho mai goduto così tanto, mi state spompinando come due deliziosi maialini!”

Queste parole non fecero altro che aumentare la nostra libidine: ormai eravamo due invasati alle prese con il cazzo del nostro amico.
Lo leccavamo, lo ricoprivamo di baci, ci sputavamo sopra la saliva per poi ringoiarlo fino in gola.
Io e Luciano ci fissavamo sempre negli occhi: ero fuori di me dal godimento nel vedere mio marito che mi guardava mentre un altro uomo mi riempiva la bocca.
Luciano mi spronava a fare ancora di più.

“Amore, sei stupendamente troia con il mio amico dentro la bocca: mi stai facendo impazzire di gioia nel vederti succhiarlo! Dai, imboccalo tutto, fino in gola… fatti soffocare di piacere! Dai, fammi vedere quanto sei porca!”

Acconsentii con immenso piacere: spalancai la bocca e spinsi la testa verso il pube di Paolo.
Quando le mie labbra furono a contatto del suo ventre, sentii la cappella entrarmi nella gola: lo avevo imboccato tutto!!

Ero abituata: a Luciano facevo spesso questo servizietti e la mia conformazione naturale mi permetteva di accogliere con gusto la cappella dentro la gola senza possibili problemi!

Volevo far provare anche al mio primo amante il piacere di questo servizietto!
Ormai avevo acquisito una certa tecnica: avviluppavo tutto il cazzo nella bocca e respiravo con il naso, poi cercavo di deglutire… in questa maniera la gola applicava un libidinoso massaggio alla cappella! Per finire, muovevo leggermente la testa avanti e indietro per far sfregare la cappella contro le pareti della gola: un pompino da favola!

Paolo mugolava come un porcello!

“Dio… che pompinara… meravigliosa!”

Lo tolsi dalla bocca completamente viscido di saliva.
Più lo guardavo più ne rimanevo abbacinata: veramente una meraviglia!
Fremevo sempre più dall’eccitazione.

“Dai, Luciano, ti prego, spogliaci! Pensaci tu: io questo bastone non lo lascio!”

Così dicendo me lo rinfilai in bocca, mentre accarezzavo i coglioni e il culetto di Paolo.
Luciano cominciò dal suo amico: gli tolse i pantaloni e gli slip mentre lo sentiva fremere sotto i colpi della mia lingua.

Poi prese a spogliare me.
La camicetta: sfilai un braccio dopo l’altro per non lasciare quel favoloso uccello!
Il reggiseno, la gonna, le mutandine: rimasi solo con le autoreggenti… sempre avvinghiata al membro di Paolo.

In un attimo si spogliò anche mio marito: aveva una erezione incredibile!
L’avermi visto spompinare con una passione e una libidine sfrenata il suo amico, lo aveva mandato in estasi.

Dopo un po’ mi alzai: volevo sentire i loro corpi nudi!
Abbracciai Paolo, mettendogli la lingua in bocca… sempre con il suo cazzo stretto nella mano.

Luciano venne dietro di me e mi abbracciò: il petto contro la schiena, il ventre contro il culo!
Mi spinse il suo bastone tra le cosce ed io le strinsi per sentirmelo bene!
Iniziò un lento movimento di avanti e indietro, mentre mi aveva circondato con le braccia e aveva preso a strizzarmi i capezzoli.
Intanto Paolo mi spingeva l’uccello contro la fica!
Quei due corpi caldi contro il mio mi facevano impazzire!
Cominciai a fremere.

“Oh! Amori miei… si… stringetemi… abbracciatemi!” mugolavo in preda al godimento.

Il mio corpo ora era compresso dai due corpi nudi dei miei amanti: Paolo davanti, mio marito di dietro!
Tutti e tre vibravamo di piacere.

Luciano, conoscendo i miei punti deboli, prese a baciarmi il collo… rabbrividivo ad ogni contatto con le sue labbra.
Davanti Paolo mi stringeva i capezzoli… ad ogni strizzata davo dolci colpi di ventre contro il suo gioiello.

Sentii la mano di mio marito intrufolarsi tra le natiche e raggiungere il mio buchino.
Il suo dito medio mi penetrò completamente, con mio estremo godimento: il porco di mio marito sapeva quanto adorassi sentirmi un dito nel culetto!
Emisi un lungo gemito di piacere.

“Si! Si! Bravo amore! Paolo, mio marito mi ha infilato un dito nel culetto, tu toccami la fica… dai… completa l’opera! Dai… tu davanti e mio marito dietro!”

Infilare la mano tra le cosce, arrivare alla fica e infilare il dito nella vagina fu questione di un attimo: allargai subito le cosce per facilitare la dolce introduzione!

“Uhmmm! Amori miei, abbracciatemi! Le vostre dita mi stanno scandagliando davanti e di dietro! Che delizia… nel culo e nella fica!”

La forte eccitazione aveva dilatato abbondantemente i miei buchini: sentii Luciano infilarmi anche un secondo dito nel sederino! Spinsi il culetto all’indietro per farmelo entrare completamente dentro e lui prese a girarli dentro lo sfintere: me lo stava allargando bene il porco di mio marito!

Posai le braccia sulle spalle di Paolo e presi ad incitare i miei amanti a voce alta.

“Paolo, dai! Luciano mi sta lavorando il culo, te lo sta preparando bene… lo troverai bello pronto ad accoglierti! Tu intanto infilami la fica: fammele sentire bene le tue dita! Forza, ragazzi… rimanete fermi con le dita… tenetele belle dentro che mi muovo io!”

Mi accosciai e presi ad ondeggiare il bacino avanti e indietro.
All’indietro, mi spingevo le dita di Luciano nel culo, in avanti, mi ficcavo le dita di Paolo nella fica! Avanti e indietro… avanti e indietro!
Mi chiavavo e mi inculavo! Gemevo come una porca!
Ma ormai volevo sentire di più… volevo sentire il cazzo!!!

“Luciano, amore, mi piacerebbe sentire tutta la verga di Paolo contro la fica… aiutami, ti prego!”

“Certo, amore! Ti aiuto io: alza la gamba e allarga la coscia!”

Mise la sua mano all’incavo del ginocchio della mia gamba destra e me l’alzò di lato: ero scosciata con la fica completamente aperta! Il fatto, poi, che fosse mio marito a tenermi la gamba sollevata e le cosce aperte per farmi godere il mio amante, mi mandava il sangue in testa!
Incitai Paolo.

“Dio, Paolo, mio marito te la sta tenendo tutta aperta! Fammelo sentire… strofinacelo sopra, dai!”

Ma il porco prima voleva sentire il mio sapore: si inginocchiò e passò la lingua lungo tutto lo spacco.
Le labbra della fica, aperte dalla posizione assunta, agevolavano il lavoro della sua lingua!

Questa posizione gli consentiva, inoltre, di entrare in profondità nel mio sesso e di lambire anche il buchino del culo
Sentii una scossa elettrica nel basso ventre!
Mi abbandonai all’indietro, contro il corpo di mio marito: afferrai con entrambe le mani la testa di Paolo e la spinsi contro la mia fica.

“Si, cazzo! Porco, leccamela, dai! Mi piace da impazzire farmi leccare la fica! Dai, cazzo… dai!!”

Mio marito stava diventando uno stupendo complice dei miei piaceri: mentre con la mano destra seguitava a tenermi scosciata e con la sinistra strizzava il mio capezzolo, avvicinò la bocca al mio orecchio.

“Amore, sbattigli la fica in bocca, fagli vedere quanto sei porca… dai, che ti aiuto io!”

Con il suo ventre cominciò a dare colpi secchi contro il mio culo, colpi che si ripercuotevano dalla fica contro la bocca di Paolo.
Paolo grugniva mentre leccava come un assatanato.
Io ormai ero nel parossismo del piacere… mi lasciavo andare sempre di più.

“Porco! Paolo, sei un porco! Ti sbatto la fica in bocca, falla godere: leccala come un cane, il mio amato cane, fedele alla sua padrona! Dai porco, fa godere la tua padrona con la lingua!”

E Paolo diligentemente frullava la sua lingua tra le mie labbra, mentre dalla vagina seguitavano a uscire ruscelli di dolce rugiada: Madonna santa che goduria!!!
Mio marito ormai, con mia immensa gioia, organizzava e dirigeva il mio piacere!

“Tesoro, non volevi il suo uccello strofinato sulla fica? Non pensi sia ora che la tua adorabile fica faccia la sua conoscenza?”

Ormai mi sentivo troia alla massima potenza.

“Certo, amore, ma pensaci tu… è più eccitante!!!”

“Con piacere, amore: apriti bene!”

Luciano mi venne davanti, sempre tenendomi la gamba sollevata e allargata: anche Paolo si alzò in piedi davanti a me.
Luciano glielo prese in mano e cominciò a segarlo lentamente: sentii un brivido di piacere nel vedere mio marito segare un altro uomo.
Luciano mi guardò.

“Amore, è proprio una meraviglia: è la prima volta che prendo in mano il membro di un altro uomo, ma devo ammettere che è proprio piacevole! Tesoro, abbraccia il tuo amante, baciatevi, accarezzatevi, mi eccita vedervi slinguare come porcelli, mentre a voi ci penso io a farvi godere!”

Fissai mio marito: lo amavo sempre di più!

“Amore, cosa vuoi fare?”

“Voglio darti piacere: strofino il cazzo del tuo amante contro la tua fica, voglio partecipare attivamente al tuo piacere.”

Così dicendo appuntò la cappella tra le labbra e cominciò a strofinarla lungo tutto lo spacco… su e giù… su e giù!
Che delizia: mio marito mi strofinava sulla fica il cazzo del suo amico!!!
Mi rivolsi a Paolo.

“Baciami, abbracciami, sto godendo… il tuo uccello sta volando sopra il mio nido!”

Mi abbracciò forte, il suo corpo nudo contro il mio mi dava i brividi.
Allacciammo le nostre bocche in un osceno lingua in bocca, mentre sentivo la sua verga infuocata, manovrata da mio marito, percorrermi tutta la fica!

Ma erano principalmente le parole di mio marito, l’amore della mia vita, a farmi vibrare come le corde di un violino!

“Bravi! Baciatevi, con la lingua… mettetevi la lingua in bocca: penso io a farvi godere, penso io a farvi godere!!!!! Paolo, reggile la gamba piegata e scosciata… io devo avere le mani libere! Voi baciatevi e accarezzatevi che io vi faccio godere!”

Appuntò la cappella di Paolo contro il mio grillo e cominciò a strofinarcela sopra, prima lentamente poi sempre più velocemente.
Io, completamente scosciata e con la fica allargata, mi godevo quel superbo ditalino che mio marito mi stava facendo con l’uccello del suo amico.

Ma il mio amore aveva deciso di farmi morire: mentre mi frullava la cappella di Paolo sul grillo, mi infilò nuovamente due dita nel buchino!
Mio marito mi stava lavorando davanti e di dietro: sentivo l’orgasmo avvicinarsi inesorabile.

Avvertii Paolo.

“Paolo, mio marito mi sta inculando… Dio, non ce la faccio più!”

Con il braccio sinistro circondai il collo di Paolo, con il destro abbracciai mio marito.
Non ce la facevo più… sentivo il sangue in testa… cominciai a tremare… dovevo venire!

“Oddio! Oddio! Sto impazzendo… devo venire… mi sento male… devo venire! Luciano, amore della mia vita! Muovi forte il cazzo di Paolo e muovi le dita nel culo… fammi venire… fammi sborrare!”

Intervenne Paolo.

“Svelto, Luciano, svelto! Tua moglie sta tremando… è pronta a sborrare… finiscila! Inculala forte e veloce… falla venire… dai… dai… falla urlare!”

Mio marito mi fece un servizio che mi portò al parossismo sessuale!
Mi spinse le due dita in fondo, come se avesse voluto sfondarmi il culetto, mentre aveva accelerato al massimo lo sfregamento della cappella sul grilletto.

Stavo per venire e le parole di mio marito mi diedero il colpo di grazia.

“Franca, amore mio adorato, abbraccia forte il tuo amante, stringilo, bacialo con passione: voglio vederti venire tra le sue braccia!”

Le sue parole mi tolsero ogni ultima resistenza: cominciai a tremare, sentivo mancarmi il respiro, ansimavo, ondeggiavo la testa a destra e sinistra… spalancai la bocca ed emisi un urlo che nulla aveva di umano!

Fu un orgasmo sconvolgente!

“Noooooo… cazzo… vengoooo…!!! Che meravigliaaaa… vengooooo!!!”

Abbracciai Paolo e incollai le mie labbra alle sue… ma con la destra strinsi anche mio marito contro il mio corpo.
Avevo abbracciato entrambi i miei uomini, mi sentivo dolcemente stretta tra i loro corpi nudi.
Staccai la bocca da Paolo, girai il viso verso Luciano e, fissandolo, gli sussurrai:

“Sei la mia vita! Ti prego, non ti fermare, ma seguita a darmi piacere… mi hai fatto morire!”

E questa volta le mie labbra, la mia lingua, la mia saliva furono tutte per lui: mentre seguitava a muovere le dita nella rosellina e l’uccello di Paolo fra le labbra della fica, lo baciai con la passione, la sensualità e la dolcezza che solo una donna innamorata può esternare.

Li baciavo in maniera diversa, con un significato diverso.
Il bacio a Paolo era un bacio erotico, sessuale, legato al piacere fisico, al godimento momentaneo… era un bacio di sesso!
Il bacio a mio marito univa, a quello di Paolo, l’amore, il sentimento, la dolcezza, la gratitudine… era un bacio di amore e sesso… era il bacio della vita!!!

Non so quanto tempo rimanemmo tutti e tre abbracciati a scambiarci baci e carezze, mentre Luciano seguitava a deliziarmi davanti e di dietro.

“Ragazzi, non ce la faccio più… venite!!”

Ci sciogliemmo dall’abbraccio e mi misi di fronte ai miei dolci maschietti.
Impugnai i loro membri, uno per mano!
Guardai Paolo fisso negli occhi, mentre glielo stringevo.

“Lo voglio dentro, voglio sentire che mi riempi il ventre e voglio sentirti venire dentro!!!”

Poi fissai mio marito.

“Amore, ti amo più della mia vita e sappi che il mio corpo ti appartiene! Voglio che sia tu a infilarmi la verga del tuo amico!”

Mi abbracciarono, uno a destra e l’altro a sinistra: sempre con le mie mani strette intorno ai loro membri, ci dirigemmo verso la camera da letto!


Continua…


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